Messaggio del Presidente

Cari Amici,

gli anni 2021, 2022 e la prima parte del 2023 sono passati in un lampo.

Le attività della nostra Associazione, sempre viva e vitale, sono state molteplici e sarebbe troppo lungo elencarle qui. Basti ricordare i viaggi a Torino, Milano, Roma, Venezia, Tortona, Volterra, San Giminiano, Finalborgo, Alassio, La Spezia e Reggio Emilia dove abbiamo visitato splendide mostre di arte classica, moderna e contemporanea.

A Genova non abbiamo perso quasi nessuna delle mostre nei Musei cittadini, con guide altamente professionali. Come non ricordare le straordinarie mostre Il Barocco e Rubens!

Abbiamo anche scoperto tesori in molte chiese genovesi.

Grazie al Sindaco e ai dirigenti di Palazzo Ducale, usufruiamo della nostra bella sede al Piano Mezzanino del Ducale.

Il nostro Consiglio è stato rinnovato con l’ingresso di giovani signore piene di entusiasmo.

Abbiamo organizzato conferenze alla Biblioteca Berio di introduzione al Barocco (relatore Piero Boccardo) e nel Salone del Gran Consiglio di Palazzo Ducale “Dialogo a distanza tra Rubens e Rembrandt” (relatore Stefano Zuffi).

Siamo stati sponsor della mostra Fluxus a Villa Croce.

Continua il lavoro dei nostri Volontari, sotto la guida del Vice Presidente Massimo Damonte, di accompagnamento dei visitatori di Palazzo Ducale e Palazzo Reale.

I primi cinque mesi del 2023 sono stati caratterizzati da moltissime visite a chiese e musei, con grande partecipazione dei nostri Soci.

Il 18 Maggio l’Associazione ha offerto un Aperitivo ai suoi Soci e agli amici e simpatizzanti degli Amici:  abbiamo superato i cento partecipanti!

In tale occasione abbiamo presentato un volantino, quasi un nostro manifesto, che potete leggere qui sulla pagina di benvenuto del nostro sito “Chi siamo, cosa facciamo, perchè”.

Nel prossimo mese di Giugno avremo le visite guidate alla mostra “Man Ray” a Palazzo Ducale, alla mostra “Arte e diritti” al Palazzo del Principe e una gita in giornata a Mamiano di Traversetolo Parma per le visite alle mostre dedicate a Felice Casorati e a Federico Fellini

Stiamo progettando altre iniziative di grande rilievo per l’autunno. I progetti saranno pubblicati in questo nostro Sito.

Il Presidente
Massimo Mordiglia

Per proposte e suggerimenti scriveteci:
info@amicideimuseigenova.it

L’ORATORIO di NOSTRA SIGNORA ASSUNTA di CORONATA

un gioiello del Barocchetto Genovese

di Lorenzo Bisio, storico dell’arte

Posto nella piazza sottostante il santuario di Nostra Signora Incoronata, sulla costa di Cornigliano, esternamente mostra un aspetto piuttosto spoglio nelle sue forme architettoniche, ma se si ha la possibilità di visitarlo all’interno rivela una sorprendente ricchezza decorativa, accentuata dal contrasto tra esterno e interno, che ne fa un gioiello tra le architetture della delegazione.

La storia di questo oratorio si intreccia con quella del vicino santuario, dell’Istituto San Raffaele, e delle ville circostanti e vide l’interessamento di varie famiglie nobiliari della zona, quali ad esempio i De Ferrari, che contribuirono alle fasi finali della costruzione (1638-1643) e si prodigarono per la costruzione della strada da Cornigliano a Coronata.

Dalla relazione della visita apostolica di Monsignor Bossio nel 1582 apprendiamo che già a partire dal XVI secolo vi era un modesto edificio a disposizione della Confraternita dei Disciplinanti (in seguito chiamata anche Confraternita di Santa Maria delle Vesti Bianche o di Santa Maria Incoronata).

Nel XVII secolo edificarono l’oratorio nelle forme attuali e nel 1609 la confraternita si fuse con la Venerabile Arciconfraternita Romana Del Confalone, ma la tragica invasione austriaca della Val Polcevera nel 1747 portò al danneggiamento dell’edificio e al saccheggio degli arredi e dei dipinti; seguì un pronto restauro da parte dei confratelli che recuperarono anche gran parte dei quadri trafugati e ampliarono la piazza antistante.

Nel corso del Settecento l’oratorio acquisì sempre maggior prestigio, ricchezza ed influenza, tanto che nel 1751 Papa Benedetto XIV concesse l’indulgenza plenaria a chi lo visitasse nel Triduo della Pentecoste.

Attualmente l’edificio principale si presenta ad aula unica rettangolare con un corpo laterale minore, copertura a spioventi, facciata rivolta verso sud, dotata di un ampio portale cinquecentesco derivante dalla prima fabbrica, con robuste colonne laterali e un timpano con nicchia e statua della Vergine.

Le finestre, di varia forma barocca, sono poste in alto sulla parete laterale mentre quella presente sulla facciata risulta murata, la decorazione esterna consiste solamente in alcuni stucchi barocchi sul portale del lato ovest, nella statua della Madonna e in un piccolo campanile a vela sul tetto della sacrestia. L’interno vede la particolarità, non riscontrabile in altri oratori genovesi, di due altari laterali, lo spazio è unitario, coperto da una volta a botte e le pareti sono decorate sontuosamente con stucchi che incorniciano finestre, affreschi, tele e arredi in stile barocchetto genovese.

Nel presbiterio si trova il grande quadro dell’Assunta riccamente contornato, così come altri quadri sulle pareti laterali e sulla cantoria, la volta è decorata con dipinti di Giuseppe Palmieri (1674-1740) raffiguranti il Giudizio Universale, varie storie dell’Antico Testamento e ulteriori decorazioni, mentre sulle pareti laterali del presbiterio e della navata sono presenti le pregevoli grandi tele di Giovanni Raffaele Badaracco (1645-1717), pittore genovese molto attivo per le confraternite liguri.

I dipinti hanno come soggetto, momenti della passione di Cristo: a sinistra l’orazione nell’Orto degli Ulivi, la flagellazione, la coronazione di spine e l’ecce homo; a destra Gesù cade sotto il peso della croce, l’elevazione in croce e la deposizione.

Dietro l’altar maggiore è raffigurata l’Assunta e al di sopra l’incoronazione di Maria Regina del Cielo e della Terra, sopra la cantoria troviamo poi la grande tela dell’Ultima Cena; il ciclo di dipinti fu realizzato nel 1696 e secondo il Dellepiane è da accostare al Maratta e al Cortona.

L’elegante cantoria si dispone in controfacciata, sopra il portale, con i toni del verde e dell’oro, decorata a scomparti con panoplie di strumenti musicali, elementi vegetali e spartiti e porta nel centro una croce con la scritta “Societas Gonfalonis Oratorii S.M. Incoronatae”.

L’altare maggiore e quelli laterali mostrano intarsi marmorei policromi, mentre lungo le pareti sono disposti scranni lignei con alti schienali a profilo mistilineo e decorazioni floreali.

Il patrimonio degli arredi ed il corredo processionale sono degni di nota: particolarmente venerata è la cassa processionale della Vergine Incoronata del 1647 e i due crocefissi lignei, uno dei quali attribuito al Maragliano; riguardo le suppellettili liturgiche, che dovevano formare un cospicuo patrimonio, sono andate parzialmente perdute durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale che colpirono sia il santuario che l’oratorio.

Durante il periodo napoleonico si ebbe un lungo momento di decadenza a seguito della soppressione delle confraternite, che si protrasse anche nell’ottocento; successivamente vi fu un lento recupero e infine il riconoscimento nel 1921, da parte del Ministero della Pubblica Istruzione dell’oratorio quale monumento di importante interesse artistico, con interessamento della Sovrintendenza ai Monumenti della Liguria, che autorizzò alcuni lavori e quindi nel 1927 la confraternita fu in grado di riprendere la sua attività processionale.

Nel novembre del 1943 il santuario fu bombardato e l’oratorio dovette fare le veci di parrocchia, accolse le statue della Madonna e quelle del Pacciûgo e della Pacciûga (due sposi vestiti con i tipici costumi del XVIII secolo, legati ad un miracolo), ma nel giugno del 1944 l’edificio venne a sua volta bombardato e, danneggiato gravemente, rimase chiuso al pubblico.

Dal 1945 al 1948 il Genio Civile eseguì restauri non solo strutturali ma tendenti ad un recupero globale dell’oratorio e successivamente nel 1957, furono restaurati anche i quadri del Badaracco, il Cristo Bianco, quello Nero e la Cassa della Madonna Incoronata.

Nel 1963 l’oratorio tornò in funzione come parrocchia per otto anni, per consentire il ripristino dei danni subiti dal ricostruito santuario in seguito alla costruzione della sottostante galleria autostradale, danni subiti anche dall’oratorio, che si avviò ancora ad una fase di degrado fino alla chiusura nel 1978.

Iniziò poi una campagna di sensibilizzazione che portò ad interventi che iniziarono con il consolidamento delle fondamenta (1978-79) e proseguirono col restauro generale fino al 2000.

Oggi l’oratorio assolve una funzione che va al di là delle attività canoniche, divenendo un polo di aggregazione sociale e devozionale, grazie anche all’impegno della Confraternita che si prodiga ad unire le manifestazioni tradizionali con quelle culturali di attualità, tramite partecipazioni di rilievo,

ad esempio i “Concerti Spirituali del Gonfalone”, diretti dal maestro genovese Marco Zambelli.

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MAZONE – UN ARTISTA DUE CITTA’

Le Annunciazioni di Giovanni Mazone a Genova e a Savona

di Lorenzo Bisio, Storico dell’Arte

La sezione dedicata alla pittura quattrocentesca della Pinacoteca Civica di Savona ospita un magnifico polittico raffigurante l’Annunciazione tra i Santi Ambrogio e Gerolamo, realizzato dal pittore alessandrino Giovanni Mazone e dalla sua bottega nel 1493; la tavola vide probabilmente la collaborazione dell’anonimo “Maestro di San Lorenzo”, (identificabile con tutta probabilità col figlio Antonio).
L’opera presenta, negli scomparti laterali dell’elegante cornice lignea dorata della fascia superiore, due Santi francescani, quindi la crocifissione nella cimasa e Cristo tra gli Apostoli nella predella.
Il Mazone è considerato il più importante esponente di una famiglia di pittori originari di Alessandria, di scuola figurativa lombarda, che fu molto presente a Genova e a Savona, dove raggiunse un significativo rilievo nell’ambiente culturale quattrocentesco in Liguria. A Savona fu particolarmente apprezzato dai Della Rovere e da altre famiglie nobili ed ottenne diverse commissioni.
L’Annunciazione di Savona venne realizzata per la cappella della famiglia Pozzobonello presente nella chiesa di San Giacomo in Valloria, convento francescano patrocinato da Papa Sisto IV (Francesco della Rovere 1414 – 1484, Papa dal 1471 alla sua morte).
Nel 1469 però, il pittore si trovava a Genova e per la basilica domenicana di Santa Maria di Castello realizzava un dipinto dello stesso soggetto; questa Annunciazione, presente ancor oggi nella basilica, venne dipinta in particolare per la distrutta Cappella dell’Annunziata, risalente alla metà del secolo XV ed appartenente alla famiglia Moneglia dell’Albergo Giustiniani.
Nella parte centrale presenta la Vergine Annunziata tra i santi Giovanni Evangelista e Rocco, nella cimasa il Calvario e nella predella sono raffigurati lo Sposalizio della Vergine, la Visitazione, l’Adorazione dei Magi,la Fuga in Egitto e la Circoncisione di Gesù.
Le due opere, realizzate a distanza di circa 25 anni, pur raffigurando il medesimo soggetto nelle tavole centrali mostrano, oltre che rilevanti analogie, anche sensibili differenze; sono incorniciate ambedue da magnifiche cornici intagliate realizzate, secondo fonti documentarie, dal Mazone stesso; fatto che al tempo comportò grandi polemiche con la corporazione dei Bancalari (falegnami) alla quale era riservata la produzione delle cornici.
In entrambi i casi, le cornici determinano l’impostazione spaziale dell’opera: le figure infatti sono inserite nelle arcate gotiche che creano all’interno della tavola un’architettura a loggiato aperto su un paesaggio di fondo.
Negli scomparti centrali dei due polittici sono riscontrabili invece diverse differenze : l’Annunciazione di Genova mostra i caratteri stilistici propri dell’artista, quali il disegno, i colori tersi ed il gusto per i dettagli (in particolare per i broccati), che sono indossati dall’Arcangelo Gabriele, dalla Madonna e da San Giorgio. Per i paesaggi dello sfondo il pittore si è avvalso della collaborazione di Nicolò Corso, artista che in quegli anni faceva parte della sua bottega ed autore di un pregevole affresco sulla vita di Santa Caterina da Siena di cui sono presenti alcuni lacerti nella prima cappella a sinistra della chiesa di Santa Maria di Castello.
Nel polittico di Savona invece, la tavola centrale e la cimasa sono attribuibili ad una mano diversa da quella del maestro, forse di un membro della sua famiglia o comunque della sua bottega, influenzato più che dalla maniera lombarda, da quella della Francia Meridionale, la Madonna e l’Angelo annunciante infatti, mostrano una resa grafica e coloristica differente dalle altre ed è possibile verificarlo nel confronto con le altre opere del Mazone.
La ricchezza del patrimonio artistico è in buona parte fruibile soprattutto da chi con sensibilità e curiosità vuol immergersi nella nostra storia passata.

Bibliografia

– GILARDI C., BADANO S., “Genova. Santa Maria di Castello”, SAGEP editori, Genova 2014;
– ZANELLI G., Mazone, Giovanni, in Dizionario Biografico degli Italiani, 72, Roma, Treccani, 2008;
– ALGERI G., DE FLORIANI A., La pittura in Liguria, il Quattrocento, Gruppo Carige Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova, 1991;
– AA.VV., La pittura a Genova e in Liguria, primo volume dagli inizi al Cinquecento, Sagep Libri & Comunicazione, Genova, 1998;
– POLEGGI E., Santa Maria di Castello e il Romanico a Genova, Sagep Editrice, Genova, 1982
– ALIZERI F., Notizie dei professori del disegno dalle origini al secolo XVI, II, Tipografia di Luigi Sambolino, Genova, 1873;
– BISIO L., Polittici liguri del Quattrocento. Catalogo per la ricostruzione di un patrimonio artistico parzialmente perduto. tesi di laurea, Università di Genova, 2018/2019;
– VARALDO C., AIOLFI R., BARBERO B., La Pinacoteca Civica di Savona, Sabatelli, Savona, 1975;
– MATTIAUDA E., MUSA. Civici Musei di Savona Pinacoteca Civica. Collezione di Arte Contemporanea Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo, Sagep Editrice, Genova, 2018.


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VOLONTARI DEGLI AMICI DEI MUSEI LIGURI E DI PALAZZO DUCALE

L’associazione degli Amici dei Musei Liguri e di Palazzo Ducale ha, al suo interno, un gruppo di Volontari che da molti anni offrono a genovesi e turisti visite guidate a Palazzo Reale ed al Ducale.

Dopo la pandemia, che ha di fatto bloccato tutte le attività legate al turismo, i Volontari hanno potuto riprendere i loro servizi solo a partire dal luglio 2021 e grazie al Direttore del Ducale Serena Bertolucci che, accogliendo il nostro “grido di dolore” ci ha consentito di riprendere, con estrema prudenza, le visite guidate.

Va da sé che il nuovo inizio abbia riguardato le visite ai Saloni di Maggior e Minor Consiglio ed alla Cappella del Doge i cui ampi spazi consentivano l’opportuno distanziamento tra le persone.

Da luglio 2021 e fino a gennaio 2022, quando la Cappella del Doge non è stata più disponibile per consentire l’allestimento delle mostre di Palazzo Ducale, i volontari hanno guidato oltre 150 visitatori.

Queste visite sono riprese ad agosto e fino a metà settembre coinvolgendo circa 70 tra turisti e residenti.

Ad ottobre scorso, con la diminuzione del pericolo pandemico e dopo una ricognizione della Torre Grimaldina che speriamo preluda all’apertura di nuovi spazi di visita (vedi articolo sul Venerdì di Repubblica) sono riprese, ogni venerdì e sabato alle ore 15,30, le visite Torre delle carceri e ad oggi abbiamo superato gli 800 visitatori.

A gennaio 2022 sono finalmente riprese le visite guidate a Palazzo Reale, gioiello della nostra città e residenza di tre importanti famiglie: i Balbi che lo costruirono, i Durazzo che lo abitarono dal 1679 al 1824 ed i Savoia che ne fecero la loro residenza dopo l’annessione della Repubblica Ligure sancita con il Congresso di Vienna del 1815.

Ogni mercoledì, terzo sabato e seconda domenica del mese i Volontari sono a disposizione al piano Nobile, dalle 15,00 alle 18,00, per illustrare a turisti e residenti le meraviglie storico artistiche racchiuse nel palazzo.

Ad oggi oltre 600 persone hanno potuto usufruire delle spiegazioni dei Volontari che prestano la loro opera a mero titolo gratuito per il solo piacere di far conoscere Genova a chi la visita e anche a chi risiedendovi non ha ancora avuto il tempo di ammirarla.

PROGRAMMA AUTUNNO 2022

Cari Soci,

dopo molto tempo ricominciamo a comunicare tra di noi ed è anche il momento di ricominciare a viaggiare e a visitare le più belle mostre in Italia.

Quello che trovate qui sotto è il Programma dell’Associazione per i mesi di Ottobre, Novembre e Dicembre 2022:

OTTOBRE

Visite guidate alla mostra RUBENS A GENOVA, che inaugura a Palazzo Ducale il 5 Ottobre.

Visite guidate alla mostra FLUXUS, in corso al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce.

NOVEMBRE

Gita a Firenze di uno o due giorni.

Visita guidata alla mostra NEL TUO TEMPO di Olafur Eliasson a Palazzo Strozzi.

Visita guidata alla mostra HENRY MOORE A FIRENZE curata dal Museo del Novecento e visita al museo stesso.

Gita in giornata a Milano.

Visita guidata alla mostra BORN IN THE FIRST LIGHT OF THE MORNING di Dineo Seshee Bopapa, artista sudafricana del 1981, a Pirelli Hangar Bicocca.

DICEMBRE

Gita a Reggio Emilia di uno o due giorni, durante la quale visiteremo, con apposita Guida:

Mostra L’ARTE INQUIETA – 150 OPERE DA PAUL KLEE AD ANSELM KIEFER a Palazzo Magnani.

La Rocca di Fontanellato con gli affreschi del Parmigianino e la Vasca Votiva di Noceto e al Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci.

Collezione Maramotti di Arte Contemporanea, a Reggio Emilia.

Ovviamente continueranno le visite guidate alla mostra di Rubens, alla mostra Fluxus e ad altri musei genovesi anche nei mesi di Novembre e Dicembre.

Le date di ciascuna visita saranno comunicate tempestivamente ai Soci.

Se avete suggerimenti non esitate a chiamarci.

Cordiali saluti.

L’associazione Amici dei Musei liguri e di Palazzo Ducale: le tappe più significative di un impegno quarantennale (1981 – 2021)

Testo di Giovanna Rotondi Terminiello

Gli antefatti

Il penultimo e l’ultimo quarto del secolo scorso sono stati determinanti per l’assetto istituzionale e per la nuova gestione culturale dei musei della Liguria, nella maggioranza dei casi rinnovati -per esempio tutti i musei civici di Genova e la pinacoteca civica di Savona- oppure di nuova istituzione come, insieme a molti altri, la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, il museo di Sant’Agostino, i musei diocesani di Genova, Albenga e Chiavari. 
A fronte di questo esemplare impegno espositivo risultavano sofferenti , per scarsezza di personale e difficoltà di finanziamenti, le iniziative finalizzate a incentivare il coinvolgimento dei visitatori delle strutture museali e ad apportare un aiuto per la realizzazione di quegli eventi che ne rendono viva l’esistenza (mostre didattiche, restauri, nuove acquisizioni, pubblicazione di cataloghi). Da tale constatazione, sulla scia di esperienze di collaborazione privata già consolidate in realtà museali milanesi (prima fra tutte la Pinacoteca di Brera), nel 1980 è nata anche a Genova -per iniziativa di un gruppo di intellettuali sollecitati dalla Soprintendenza e già culturalmente attivi nel Lions Club Genova Host e nell’Associazione Genova Viva- l’idea di dare vita all’Associazione Amici dell’Arte e dei Musei Liguri.  Il progetto si concretizzò il 2 marzo 1981 con atto istitutivo del notaio Gaetano Gessaga. Due gli scopi statutari: agevolare con attività mirate il lavoro delle istituzioni museali presenti nella regione e formare una categoria di amatori e collezionisti attraverso la promozione di conferenze, corsi di aggiornamento, visite di musei e mostre in Italia e all’estero.  
ll primo Consiglio d’amministrazione, presieduto dalla Marchesa Carlotta Cattaneo Adorno, era composto dai soci fondatori Egidio Gaslini, Anselmo Anselmi, Ezia Gavazza, Cesare Patrone, Alberto Anzi, Paolo Pittaluga, Gian Paolo Gandolfo e Giovanna Rotondi Terminiello, cioè la scrivente, allora soprintendente per i beni artistici e storici della Liguria ed oggi unica superstite del gruppo ( e quindi ultima testimone dell’intero percorso associativo). A distanza di pochi mesi dall’istituzione venne inclusa, come responsabile della segreteria, la dott. Anna Pisano Daneri che per più di trent’anni sarà valido punto di riferimento di consiglieri e iscritti; opererà a suo fianco, a cominciare da un decennio dopo e come lei fino al 2016, la signora Bruna Maragliano specificamente dedita a coordinare i soci impegnati, come volontari, a sostenere i musei genovesi nei compiti di accoglienza dei visitatori. L’Associazione, dopo una breve ospitalità nel palazzo Durazzo Pallavicini in via Lomellini, trasferì l’ufficio di segreteria in via S. Sebastiano 4/1a. 

* * * 

I primi dieci anni di attività (1981-1991) sono descritti in un quaderno dedicato, nel 1991, alla memoria della presidente Cattaneo Adorno allora appena scomparsa. La pubblicazione documenta i risultati di un impegno associativo -in quel lasso di tempo unico in Liguria a sostegno dei musei e nei compiti di crescita culturale dei cittadini nel settore delle arti visive- coronato da un eccezionale successo di iscritti e da una solidità di risorse finanziarie dovuta anche a contributi di enti pubblici come il Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, La Fondiaria Assicurazioni, le Casse di Risparmio di Genova Imperia e Savona, la Camera di Commercio di Genova.  Delle molteplici iniziative che hanno contraddistinto l’iniziale decennio di vita associativa voglio qui ricordare quelle a mio parere più rappresentative nei campi di azione previsti dallo statuto:  

1) Acquisizione di opere d’arte destinate ad incrementare il patrimonio museale (Acquasantiera in legno dorato attribuita a Filippo Parodi (1630 – 1702), donata nel 1984 alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola; anta sinistra del trittico dell’Adorazione dei Magi, del maestro di Hoogstraeten (XVI secolo), donata nel 1989 al Museo del Tesoro della Cattedrale di Savona). 

2) Contributi per il restauro di opere d’arte (Madonna degli Orefici, dipinto su ardesia di Pellegro Piola conservato nel Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, 1983; Circoncisione di P.P. Rubens, altare maggiore della chiesa del Gesù, 1987; Il matrimonio della Vergine, olio su tela di Domenico Fiasella conservato nella Galleria di Palazzo Bianco, 1990. 

3) Collaborazione e contributi a mostre (Genua Picta, 1982; Andrea Ansaldo, 1985; Il giardino di Flora, 1986; Il genio di Giovanni Benedetto Castiglione il Grechetto, 1990). 

4) Attività per i soci  
a) Organizzazione, nel corso dei dieci anni, di circa un centinaio di conferenze (tenute da studiosi genovesi, italiani e stranieri, volte ad illustrare restauri, mostre e assetti museali) e di vari corsi didattici di preparazione alla lettura di opere d’arte.  
b) Realizzazione di numerosi viaggi culturali in Italia e all’estero. Ne cito due come indimenticabili per esclusività delle opere viste: a Venezia nel 1983 ove, guidati dal soprintendente Francesco Valcanover, godemmo del privilegio più unico che raro di toccare con mano (indossante guanti di cotone!) il disegno dell’Uomo Vitruviano di Leonardo; a Mosca e Leningrado nel 1985 (erano ancora i tempi della cortina di ferro) ove ci venne eccezionalmente aperto all’Ermitage il Tesoro degli Zar. 

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Il secondo decennio di attività (1991-2001) si è svolto sotto la presidenza di Alberto Anzi che, partendo da linee programmatiche ormai consolidate, ha avuto tra i maggiori meriti quello di contribuire ad una crescita esponenziale degli iscritti (saliti a mille, allo scoccare del nuovo secolo) attraverso l’incremento del rapporto di collaborazione instaurato, in spirito di servizio, con le istituzioni cittadine fortemente impegnate in quegli anni al rilancio culturale della città. Sono significativi, in questo senso, i nomi dei nuovi consiglieri operosi a fianco della vecchia guardia, ancora attiva, nella elaborazione dei programmi: Tonino Bozzi, Gian Franco Bruno, Guendalina Cattaneo Della Volta, Clario Di Fabio, Lauro Magnani, Max Rabino Anzi, Farida Simonetti.  
L’acquisto sul mercato antiquario delle ottocentesche livree Centurione, donate nel 1995 alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola in occasione della mostra Farsi portare in carega Portantine e livree per la nobiltà genovese, è stato nuovamente indicativo del sostegno offerto alla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici, già manifestato attraverso l’elargizione di contributi per operazioni di restauro (per esempio in occasione della mostra su Domenico Fiasella, 1990) e come sponsor ufficiale delle mostre Genova nell’Età barocca (1992) e Bernardo Strozzi (1994). Se Palazzo Spinola è forse stato nell’ultimo decennio del XX secolo l’istituto museale genovese che maggiormente si è avvalso dell’aiuto degli Amici dei Musei (non per niente il primo logo dell’Associazione, disegnato da Guido Rosato per il periodico d’informazione ai soci, consisteva nella schematizzazione grafica del portale su piazza superiore di Pellicceria, con il relativo cancelletto aperto all’accoglienza), nello stesso tempo essi hanno sostenuto nella fase di preparazione il Museo Diocesano di Genova, nel Chiostro dei canonici della Cattedrale, collaborando nel 1995 alla realizzazione della mostra Verso un nuovo museo. Inoltre attraverso un gruppo di soci volontari, formatosi in concomitanza con le celebrazioni colombiane del 1992 allo scopo di tenere aperti chiese e musei, è stato attivato come primo impegno l’apertura fuori orario della chiesa del Gesù in concomitanza con la mostra Genova nell’Età barocca (un’iniziativa, questa, antesignana di un programma di aperture ad orario continuato messo a punto alcuni anni dopo dalla Curia Arcivescovile di Genova). Si deve inoltre alla buona volontà di una socia, la signora Deborah Puccio, la collaborazione al riordino del materiale librario della famiglia Spinola finalizzato alla realizzazione della mostra Libri e Letture nella dimora degli Spinola (1996).  Per quanto riguarda l’attività in favore dei soci, sono proseguiti sulla scia del decennio precedente i corsi di aggiornamento, le conferenze su argomenti di attualità nel campo dell’arte e, come iniziativa nuova, la programmazione di rassegne cinematografiche incentrate sul rapporto cinema/arti figurative (realizzate in collaborazione con la provincia di Genova). E’ continuata con regolarità l’organizzazione di viaggi incentrati sulla visita di grandi mostre e sulla scoperta di nuove realtà museali e territoriali . In questa ottica, allora propria a Genova solo degli Amici dei Musei, ricordo in particolare tre viaggi: a Madrid per la Mostra di Velasquez al Prado, a l’Aia per la Mostra di Vermeer al Mauritshuis e a Salonicco, nel 1997 capitale europea della cultura, ove potemmo visitare ad Anfipoli la colossale tomba cosiddetta di Alessandro Magno, una delle scoperte archeologiche più entusiasmanti del secondo Novecento.

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Il terzo decennio di attività (2001-2011) è stato inizialmente segnato dall’improvvisa scomparsa di Alberto Anzi, sotto la cui illuminata presidenza l’Associazione aveva raggiunto l’apice delle iscrizioni e della visibilità operativa anche fuori dai confini regionali (anche perché egli si era aperto ad un impegno più ampio assumendo a Firenze la presidenza della F. I. D.A.M., Federazione Italiana degli Amici dei Musei). Dopo una breve supplenza di Anselmo Anselmi (entrato a sua volta come rappresentante degli amici dell’Arte e dei Musei Liguri nel direttivo della F.I.D.A.M.), la presidenza è stata assunta da Giorgio Teglio con esiti di immediata attenzione all’arte contemporanea non solo nei viaggi, ma anche nelle visite ad ateliers di artisti e incontri, conferenze e dibattiti con personalità della cultura volti a coinvolgere Genova in un settore nel quale l’attività d’avanguardia svolta da gallerie d’arte e da collezionisti privati stentava a trovare riscontro adeguato nelle istituzioni museali pubbliche, in primis il museo d’arte contemporanea di Villa Croce.  
Nel 2006 si è compiuta una svolta epocale per l’Associazione determinata dall’unificazione con l’Associazione degli Amici di Palazzo Ducale (nata una decina d’anni prima) con relativo trasferimento della sede nel Palazzo Ducale e cambiamento di nome da Amici dell’Arte e dei Musei Liguri a Amici dei Musei Liguri e di Palazzo Ducale. La fusione delle due associazioni, compiuta per uguaglianza degli scopi statutari dai relativi presidenti Giorgio Teglio e Rosellina Archinto, è stata ampiamente favorita dalla Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale. Del nuovo consiglio direttivo entrano a far parte, provenienti dagli Amici di Palazzo Ducale, Mercedes Bo e Marzia Cataldi Gallo; Rosellina Archinto viene nominata presidente onorario a vita mentre Giorgio Teglio continua ad esercitare le mansioni di presidente coadiuvato da un consiglio ulteriormente integrato, oltre che dai rappresentanti storici (Ezia Gavazza, Gian Paolo Gandolfo, Anselmo Anselmi, Egidio Gaslini Alberti, Giovanna Rotondi Terminiello), anche dai neo nominati Beppe Manzitti, Carmen Badolato e Angelo Nocella. La segreteria continua ad avvalersi proficuamente della professionalità di Anna Pisano Daneri e di Bruna Maragliano: quest’ultima amplia il lavoro di coordinamento dei volontari assicurando anche l’apertura settimanale della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale (un impegno che si aggiunge a quello già regolarmente svolto a favore del Museo di Palazzo Reale).  Per quanto riguarda le attività in favore dei soci, proseguono i viaggi in Italia e in Europa mirati alla visita di mostre, musei e realtà architettoniche. Continuano ad essere programmate rassegne cinematografiche incentrate sul rapporto cinema/arti figurative. Infine, aderendo alla Giornata Nazionale degli Amici dei Musei promossa annualmente dalla F.I.D.A.M. a cominciare dal 2004, l’Associazione dà vita con il coinvolgimento fattivo dei propri volontari a tre iniziative di visita a monumenti normalmente chiusi al pubblico godimento. Con grande successo di adesioni tali iniziative hanno reso possibile la percorrenza di itinerari storico artistici allora noti solo a un numero limitatissimo di persone. Il primo itinerario, diventato oggi per iniziativa del Museo del Tesoro della Cattedrale apprezzato traguardo turistico in virtù del fascino multiforme che esercita su chi lo percorre (tuttora i visitatori si avvalgono dei cartelli didattici curati allora dagli amici dei musei), riguarda la visita della contro facciata della cattedrale di San Lorenzo con arrivo, attraverso la torre di destra, nello pseudo nartece (affacciato sull’interno del duomo) e poi, salendo ancora, nella zona di copertura del complesso monumentale (tetti e loggiato quattrocentesco) aperta ad una visione grandiosa della città. Il secondo e il terzo itinerario hanno avuto come mete, in sequenza cronologica, la porta Siberia (con visita ai terrazzi-allora di difesa, oggi solo panoramici- raggiunti attraversando spazi monumentali difesi da caditoie militari inclinate verso l’esterno, corridoi di transito e ripide rampe di scale) e il Monumento ai caduti di piazza della Vittoria con il sorprendente sacrario, ricco di simboli patriottici, interrato nel sottosuolo.

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Il terzo decennio di attività (2011- 2021) si è aperto con un evento considerato a buon ragione la più alta meta scientifico-organizzativa raggiunta dagli Amici dei Musei di Genova: l’ospitalità del XIV congresso della Federazione Mondiale degli Amici dei Musei (WFFM), tenutosi nel salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale dal 18 al 22 settembre 2011. Incentrato sul tema “Spatium Artis. I Musei e i loro amici nel futuro” il congresso -finanziato dalle istituzioni cittadine (a dimostrazione del prestigio goduto dall’Associazione in ambito cittadino) e coordinato dai nostri volontari (sono da ricordare in particolare, perché incondizionatamente attivi a tutti i livelli, Mauro Del Corso, Giovanna Rotondi Terminiello, Andrea Buffa, Giorgio Teglio, Ezia Gavazza, Sissi Magnani)- è stato promosso insieme alla Federazione Mondiale degli Amici dei Musei ed alla F.I.D.A.M. ed ha visto la partecipazione di delegati venuti da tutto il mondo per approfondire attraverso il programma accademico, nel corso delle quattro giornate di lavoro, i seguenti argomenti di interesse comune: Le tendenze nell’architettura museale (epocali gli interventi di Mario Botta, Mark Karrol, Marco Albini, Andrea Merlotti); La forza delle immagini e nuove tecnologie; Musei: molte identità; Musei: dalla coscienza alla conoscenza. A lato di queste sessioni accademiche si è svolto il programma culturale consistente in visite guidate del centro storico di Genova, dei musei cittadini e di famose località della riviera ligure (tra cui una gita in battello a Portofino). Infine sono stati promossi due eventi aperti nella partecipazione a tutta la cittadinanza: la sera del 18 settembre, in piazza Matteotti, proiettata sulle facciate di Palazzo Ducale la video-installazione di Paolo Buroni su Raffaello Sanzio; la sera del 21 settembre un libero percorso titolato Palazzi in luce: da Piazza Fontane Marose a Piazza della Meridiana attraverso Strada Nuova con luci accese ai piani nobili dei palazzi per ammirare affreschi e stucchi nelle dimore genovesi dell’aristocrazia. Quest’ultimo spettacolo, assolutamente inedito, è stato goduto dai congressisti e da moltissimi cittadini con il supporto di un’apposita pubblicazione scientifica, coordinata da Gavazza e Rotondi Terminiello, donata a tutti i partecipanti. A gran richiesta l’itinerario notturno è stato riproposto quattro anni dopo (2015) e, in occasione dei Rolli Days, nel 2019 (con una nuova edizione della guida finanziata dal Comune di Genova) e nel 2020.  
Dopo il successo dell’iniziativa congressuale (che determinò la nomina nel comitato direttivo della F.I.D.A.M., per il successivo quadriennio, di Rotondi Terminiello e Buffa) la vita dell’Associazione, sempre presieduta da Giorgio Teglio e integrata dalla nomina di nuovi consiglieri (Andrea Buffa, Lorenzo Bagnara, Matteo Fochessati, Pia Gaslini Alberti, Massimo Mordiglia) ha ripreso il ritmo tradizionale scandito, in favore dei soci, dai viaggi e dai corsi di aggiornamento. Tra le iniziative volte a tenere vivo l’interesse della città sulle problematiche museali va ricordato, nel 2015, il pomeriggio di riflessione, nel salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, sulle sorti future del convento/museo di Santa Maria di Castello nel momento in cui, dopo cinquecento anni di presenza ininterrotta, stava per essere lasciato dai Padri Domenicani. Inoltre, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Ducale, nel 2018 è stato realizzato per pubblica utilità, con collocazione nel cortile minore, un tabellone planimetrico del centro storico di Genova riportante tutti i musei esistenti in quel perimetro cittadino. Nel tabellone è stato utilizzato per la prima volta il nuovo logo dell’Associazione creato da Micol Balma dello studio Luigi Berio. Per quanto riguarda la struttura dell’Associazione, il 2016 è stato per gli Amici dei Musei anno di passaggio verso un nuovo assetto organizzativo dovuto all’andata in pensione di Anna Pisano Daneri e Bruna Maragliano che come ho già ricordato erano considerate nostre colonne portanti per continuità di presenza, efficienza organizzativa e conoscenza dei problemi. Sono state sostituite nei rispettivi ruoli (lavoro di segreteria e coordinamento dei volontari) da Matteo Scuro, che resterà in carica fino a tutto il 2020, e da Massimo Da Monte. Si è compiuto subito dopo un radicale rinnovamento del comitato direttivo con l’ingresso di nuovi consiglieri (Andrea Canziani, Mariella Carrossino, Rossana Vitiello e Stefano Zuffi). Queste nomine sono state ratificate nel 2019 da regolari elezioni da cui la composizione del consiglio attuale che, a noma di statuto, ha eletto presidente Massimo Mordiglia: il quale ha dovuto subito affrontare, con l’inizio e il lungo perdurare della pandemia, il momento più difficile del percorso associativo mantenendolo malgrado tutto vivo e continuando ad operare con iniziative on line estese a tutti coloro che amano l’Arte. In questa ottica è simbolicamente significativo, come ultimo segnale della continuità di presenza degli Amici dei Musei nel panorama museale cittadino, l’atto di donazione a Palazzo Ducale, compiuto in occasione del quarantennale dell’Associazione, di venti seggiolini con il nostro logo che potranno essere utilizzati per rendere più agevole agli anziani e ai disabili la visita delle mostre.

Osservazioni finali 

Ho scritto questa breve storia dell’Associazione basandomi solo ed unicamente sui miei ricordi personali. Infatti la chiusura dell’Ufficio di Segreteria, a causa delle restrizioni ancora in atto imposte dal Covid – 19, non mi ha permesso di effettuare verifiche e consultazione degli atti. Chiedo quindi scusa per le omissioni e per le imprecisioni…autorizzando fin d’ora chi in futuro vorrà continuare il lavoro a correggere e ad integrare questo testo che ho finito di scrivere il 12 aprile 2021. 
Giovanna Rotondi Terminiello